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A Modena un depuratore delle acque reflue con logica predittiva

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Più efficienza energetica e migliore qualità del’acqua: sono le due qualità del nuovo depuratore delle acque reflue di Modena, in fase di sperimentazione, che verrà presentato ufficialmente il prossimo 3 settembre all’interno del convegno WaterMatex di Copenaghen

Il progetto del depuratore delle acque reflue urbane di Modena, avviato da Hera con la collaborazione di Energy Way, è dotato di un sistema all’avanguardia, unico in Italia, che utilizza la logica predittiva per contenere i consumi energetici e migliorare la qualità dell’acqua in uscita.

Il progetto realizzato sul depuratore modenese, che è già stato oggetto di importanti interventi di efficientamento energetico negli anni precedenti, ha visto la creazione di un sistema capace di controllare il processo di ossidazione, che è la fase fondamentale del ciclo di depurazione, prevedendo anticipatamente i fabbisogni delle attività dell’impianto.

Questi, infatti, variano secondo la portata dell’acqua e della concentrazione di sostanze inquinanti organiche presenti nei reflui che si apprestano a essere depurati.

In particolare, i sistemi di controllo intelligenti, attivi da tempo su numerosi depuratori del Gruppo Hera e che portano a un’automazione sempre maggiore e a una migliore resa dell’impianto, servono a stabilire il fabbisogno di ossigeno necessario alla depurazione, che avviene imitando ciò che succede in natura, ovvero favorendo la riproduzione di batteri che vivono in presenza di ossigeno e che si nutrono delle sostanze organiche presenti nell’acqua.

La regolazione preventiva del processo rappresenta un’evoluzione di questi sistemi, poiché permette di ottimizzare i consumi di energia e di migliorare la qualità dell’acqua in uscita, abbattendo ulteriormente rispetto ai limiti di legge la concentrazione di sostanze che vi sono inevitabilmente presenti, come l’azoto.

Il controllore permette, infatti, la predizione delle condizioni dell’impianto, momento per momento, affinché possa essere ottimizzato, evitando così l’insorgenza di concentrazioni di inquinante difficilmente gestibili, o picchi di consumo energetico.

L’ottimizzazione delle condizioni di funzionamento viene fatta automaticamente ogni cinque minuti sull’acqua in entrata in una delle due linee di trattamento. Attraverso l’analisi svolta da un algoritmo di controllo, si è in grado di conoscere lo stato dell’impianto con un anticipo di circa mezz’ora.

Nella fase di sperimentazione, avviata due anni fa, il depuratore dotato delle nuove capacità predittive ha fatto registrare una diminuzione di energia utile al processo di ossidazione pari al 10%, rispetto a quanto rilevato in situazione analoga con un sistema di controllo tradizionale, e un calo della presenza di azoto, nelle acque in uscita di un ulteriore 5,5%.

L’acqua in uscita dal depuratore, circa 30 milioni di mc all’anno, viene immessa nel Canale Naviglio, presso cui sorge l’impianto, e in parte nei canali a sud di Modena (Cavo Argine, Fossa Monda, Minutara) per scorrere verso il Panaro. La sua migliore qualità si riflette, quindi, sulla qualità ambientale di tutto il territorio.

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