Anche le grandi marche stanno valutando linee di business da prodotti ricondizionati. Perché la fetta di mercato diventa sempre più interessante: a partire dagli smartphone
Se ricondizionato fosse una marca di smartphone sarebbe la quarta marca al mondo con 137 milioni di pezzi venduti al mondo. Almeno questo è il dato che si può trarre analizzando le vendite del 2019 riportate dal Global refurbished smartphone market declines: la terza, Apple, ha venduto 198 milioni di iPhones, la quarta Xiaomi 125 milioni di unità.
La tendenza è in atto, tanto che ormai da qualche anno le vendite di smartphone ricondizionati crescono più rapidamente delle vendite di smartphone nuovi.
Nel 2017, per esempio, il mercato degli smartphone ricondizionati è cresciuto del 13% in un anno (come attesta una ricerca di Counterpoint), mentre nello stesso anno, le vendite di smartphone sono cresciute solo del 3%.
Dal punto di vista dell’economia circolare, questa è una splendida notizia. È proprio nelle fase pre-uso (materiali, componenti, assemblaggio, logistica, distribuzione) infatti che il 72% delle emissioni di gas serra vengono prodotte.
Per cui più a lungo il prodotto è utilizzato, più l’energia, le componenti, i materiali, le lavorazioni, i trasporti che sono stati spesi nella produzione, continuano a produrre valore, evitando che altri ne vengano spesi per produrre un nuovo smartphone e che aumenti la già gigantesca montagna di rifiuti elettrici ed elettronici – 53,6 milioni di tonnellate nel solo 2019 (fonte: The global e-waste monitor 2020, Unu).
Il successo degli smartphone ricondizionati dimostra anche che è diventato socialmente accettabile comprare uno smartphone di seconda mano e possedere il penultimo o terz’ultimo modello.
Per i distributori, i margini derivati dalla vendita di uno smartphone ricondizionato sono spesso più elevati che i margini del nuovo; e si è creata una dinamica industria del ricondizionamento con nuove pratiche legate al riuso e riciclo dei pezzi sostituiti.
Forse ispirati da questo mercato, si assiste da qualche mese a questa parte a una corsa al ricondizionamento dei prodotti di largo consumo, una pratica che è invece ben consolidata nel settore delle macchine industriali e professionali.
Prodotti ricondizionati anche per il Black Friday
Per colorare il Black Friday di verde, Ikea ha aperto lo spazio Riporta e Vendi dove vengono valutati e acquistati prodotti usati, poi ricondizionati e messi in vendita all’Angolo Occasioni.
Amazon ha creato Amazon Warehouse Europa dove sono disponibili prodotti ricondizionati, di seconda mano e resi. A sua volta Philips ha aperto su ebay l’ebaystores dove offre elettrodomestici ricondizionati dal produttore, completi di accessori e manuali di utilizzo.
Senza nulla togliere alle grandi marche, esistono realtà locali che praticano l’economia circolare e da anni ritirano, ringiovaniscono, riparano, igienizzano e propongono sul mercato prodotti ricondizionati.
In primis Astelav, che col progetto Ri-Generation dal 2017 intercetta elettrodomestici destinati alla discarica, li ricondiziona e li rimette sul mercato, attraverso i suoi negozi e il canale online, con la garanzia di un anno, creando opportunità di formazione e nuovi posti di lavoro.
Il marketplace Back Market offre accesso a migliaia di prodotti tecnologici ricondizionati da professionisti certificati. Qui è possibile acquistare con un risparmio tra il 30 e il 70% sul costo di uno smartphone, tablet, notebook o elettrodomestico.
(testo redatto da Francesco Cara, Climate Reality Project)