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Acque reflue in agricoltura, con il progetto Value Ce-In

irrigazione agricola
Immagine da Depositphotos

Il progetto Value Ce-In, coordinato da Enea e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, vuole trasformare i depuratori in bioraffinerie per riutilizzare le acque reflue in agricoltura.

L’acqua è un bene finito, prezioso, distribuito in modo non uniforme. Oggi in Italia si sta vivendo un periodo di siccità prolungato, con numeri preoccupanti per quanto riguarda l’agricoltura, da sempre vorace di acqua.

Purtroppo esiste un solo circuito per la gestione di questa risorsa e alla lunga gli sprechi possono diventare insostenibili.

Il progetto Value Ce-In (Valorizzazione di acque reflue e fanghi in ottica di economia circolare e simbiosi industriale), coordinato da Enea con la collaborazione di diverse realtà della Regione Emilia-Romagna, come l’Università di Bologna, Leap, Gruppo Hera, Agrosistemi, Terra&Acqua Tech e molte altre, vuole ridurre in modo sensibile lo spreco, riutilizzando le acque reflue e trasformando gli scarti in beni di valore.

Proprio il Gruppo Hera ha messo da poco in funzione un prototipo presso l’impianto di depurazione di Cesena. Questa struttura è in grado di depurare le acque reflue e restituirle idonee a essere utilizzate in agricoltura.

Il campo utilizzato per questo esperimento presentava una coltura di pomodori da industria e delle piante di pesco. I risultati ottenuti, il progetto è partito nel 2019 con il supporto economico della Regione Emilia-Romagna, dimostrano come l’utilizzo di queste acque sia idoneo per il mondo agricolo.

Questo lavoro è molto importante per creare delle solide basi per il futuro dell’agricoltura in Italia, considerando che circa il 50% dell’acqua dolce disponibile nel nostro Paese finisce nei campi.

Il cambiamento climatico e i conseguenti fenomeni di siccità sempre più frequenti impongono di riuscire a trovare sistemi capaci di ridurre sprechi e di ottimizzare l’uso dell’acqua.

Value Ce-In è un progetto che ha come obiettivo quello di depurare le acque reflue e renderle disponibili a un uso agricolo, visto che, data la loro provenienza, sono ricche di sostanze nutritive, fatto che permette di ridurre in modo significativo la concimazione con prodotti di sintesi del terreno.

I risultati ottenuti sinora hanno mostrato come sia possibile realizzare una vera economia circolare. Si è dimostrato che è possibile convertire gli impianti di depurazione attuali in bioraffinerie e recuperare l’acqua da utilizzare in agricoltura, prodotti secondari a elevato valore aggiunto, come fertilizzanti in grado di garantire un apporto di azoto, fosforo e potassio e altri nutrienti.

Scopo ultimo di questo progetto e riuscire a creare una soluzione replicabile in grado di trasformare ogni depuratore in un centro di produzione di acqua per irrigare i campi e fertilizzanti.

Durante questo progetto sono stati anche sviluppati sistemi informatici in grado di analizzare in modo autonomo le acque reflue, per indirizzarle verso il percorso di depurazione ottimale per raggiungere lo scopo finale.

Sono stati studiati anche gli effetti dell’uso di queste acque nei campi su colture destinate all’alimentazione umana e la possibilità di utilizzarle con sistemi di irrigazione di precisione.

Anche i fanghi di depurazione sono stati analizzati per verificare il loro utilizzo in agricoltura, con una particolare attenzione per verificare il contenuto di microplastiche.

Una applicazione interessante del materiale derivato da questa attività di depurazione è legato alla crescita di alghe, che possono poi essere utilizzate come fertilizzante o per produrre biogas, attraverso la loro fermentazione.

Anche i fanghi, prima di diventare fertilizzante, possono servire per produrre energia.

Enea e i suoi partner hanno dato vita a un percorso virtuoso che permette di recuperare acqua dolce, riducendo lo spreco di questa risorsa, valorizzando i prodotti di scarto per  trasformarli in nutrienti ed energia.

In Italia ci sono molti progetti in fase avanzata, pronti per uscire dalla fase prototipale ed entrare nella vita produttiva. Quando succederà, entreremo nel futuro dell’agricoltura, ma faremo in tempo a salvare il nostro territorio?

Crediti immagine: Depositphotos

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Maurizio Ferrari Maurizio Ferrari: giornalista professionista, curioso e vuole scoprire sempre come funzionano le cose. Amante della buona tavola, cuoco dilettante con diploma di sommelier. Esperto di comunicazione e fotografo per hobby | Linkedin
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