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Mercato dell’auto, faticano ancora le auto elettriche in Italia

auto elettrica
Immagine da Depositphotos

Mercato delle immatricolazioni auto in ripresa nel mese di luglio in Europa: a livello continentale crescono anche le immatricolazioni di auto elettriche. Che invece faticano a livello nazionale. Ecco i dati e una considerazione sul modello cinese…

La crisi dell’auto non è ancora stata superata del tutto a livello europeo, nonostante gli ultimi dati diffusi dalla European Automobile Manufacturers’ Association (Acea) mostrino una crescita rispetto allo scorso anno.

Le lunghe attese per la consegna di nuovi modelli a causa della carenza dei componenti necessari alla loro costruzione e le incertezze che ancora si registrano in molti Paesi per la transizione energetica dettata dall’Unione europea non hanno permesso, secondo quanto analizzato dal Centro Studi Promotor, di colmare il gap con il luglio 2019 (-21,98% di immatricolazioni).

Stando ai dati di Acea, comunque, a luglio di quest’anno in Europa occidentale (Ue+Efta+Uk) sono state immatricolate 1.022.468 autovetture con una crescita del 16,7% sul luglio 2022.

Per quanto riguarda le auto elettriche, nello stesso periodo, le immatricolazioni nell’Unione europea sono aumentate del 62,4%, ma in Italia il dato non è andato oltre il 14,4% di crescita.

Carenza evidenziata anche dal dato relativo alle quote di mercato che vede l’auto elettrica a livello europeo contare per il 14,59%, mentre in Italia non andiamo oltre il 3,4%.

Scontiamo in questo una cattiva informazione – la diffusione di dati scorretti a riguardo delle auto elettriche è presente ogni giorno sulle principali testate italiane – e la mancanza di conoscenza dei temi relativi all’auto elettrica – riciclo batterie, costi ricariche, tempi di ricarica elettrica, energie rinnovabili utilizzate.

A questo proposito vi suggeriamo la lettura della nostra Guida alla Mobilità elettrica che in 114 punti dà tutte le risposte ai dubbi più comuni (9,90€ – edizione cartacea; 6,99€ – edizione ebook).

Come sta cambiando il panorama dei veicoli elettrici in Cina

Uno degli appunti che molto spesso viene portato a discapito della transizione all’auto elettrica da certa parte politica è la forte posizione della Cina nella produzione di batterie e di pannelli solari.

Il fatto che, invece, le fonti fossili siano per lo più monopolio dei paesi arabi o degli Stati Uniti fa evidentemente meno paura, anche se dal punto di vista italiano la dipendenza nei due casi non cambia.

Tuttavia, è interessante notare come, al di là delle inutili chiacchiere ideologiche tipiche del nostro Paese, in Cina si ragioni più pragmaticamente e, nonostante l’ottimo posizionamento commerciale e tecnologico nel settore della mobilità elettrica, si continui a lavorare per migliorare ulteriormente il sistema.

Ne abbiamo parlato con Wendy Chen, analista finanziario di Gam Investments, società di gestione patrimoniale globale, esperta di Disruptive Growth del mercato cinese.

Partiamo, innanzitutto, dai dati di mercato: la Cina ha prodotto il 35% delle auto elettriche esportate a livello globale nel 2022, con un mercato interno che ha pesato per il 62% sulle vendite globali di veicoli elettrici nel 2022.

Inoltre, nei primi sei mesi del 2023, il 30% di tutte le auto nuove vendute in Cina è stato elettrico, dato che ha permesso al Paese di raggiungere in anticipo l’obiettivo per la presenza di veicoli elettrici per il 2025.

Un mercato per lo più nazionale: spiega Chen che “le vendite di veicoli elettrici in Cina sono cresciute di 10 volte negli ultimi cinque anni e tra i marchi di veicoli elettrici più venduti in Cina, tra le case automobilistiche occidentali, solo Tesla è riuscita ad arrivare ai primi posti.

Inoltre, il divario in termini di volume tra i marchi nazionali e quelli internazionali si sta ampliando e le case automobilistiche locali stanno conquistando sempre più quote di mercato nel tempo“.

Qual è stato il punto importante su cui hanno lavorato i costruttori cinesi?

L’esperienza d’uso è stata un punto vincente per i nuovi veicoli elettrici degli Oem cinesi. Il pilota automatico di alto livello è diventato una dotazione standard e non più un servizio aggiuntivo; anche le telecamere interattive e multischermo interconnesse stanno diventando accessori comuni per i nuovi modelli.

Con la proliferazione della tecnologia IoT (Internet of Things) e il miglioramento della gestione del traffico urbano, anche il V2X (Vehicle-to-Everything), che consente il coordinamento e lo scambio di dati tra i veicoli e gli altri veicoli/pedoni/infrastrutture/reti, sta diventando sempre più comune.

Un punto che angoscia l’automobilista tradizonale italiano è l’autonomia dei veicoli e la possibilità di ricaricare l’auto. In che modo in Cina si è risolta l’ansia da autonomia?

Gli Oem di veicoli elettrici hanno proposto soluzioni proprie per far fronte alla domanda dei consumatori.

Scambio di batterie

A causa della relativa scarsità di strutture di ricarica rapida ad alta tensione, la comodità di ricarica per i veicoli elettrici è ancora lontana da quella del rifornimento di carburante per i motori a combustione interna (Ice).

Mentre Tesla sta preparando le basi per i supercaricatori, altre case automobilistiche come Nio stanno sperimentando altre misure per rendere più agevole l’esperienza di ricarica, come la diffusione di stazioni di cambio batteria completamente automatiche che impiegano circa tre minuti per cambiare una batteria completamente carica.

Veicoli elettrici ad autonomia estesa (Erev, Extended-Range Electric Vehicles)

Un altro metodo per risolvere l’annosa ansia da autonomia è quello di utilizzare la tecnologia Erev, che è completamente alimentata da un motore elettrico ma è dotata di un generatore a bordo per ricaricare la batteria quando è esaurita.

Non solo è in grado di utilizzare gli impianti di carburante in caso di necessità, ma la batteria dell’Erev è anche più piccola e più stabile in condizioni climatiche estreme. Entrambe le case automobilistiche cinesi, Byd e Li Auto, si stanno concentrando sempre più sui veicoli con tecnologia Erev.

I produttori Oem cinesi stanno avendo successo anche all’estero; come vedete questa espansione?

Grazie alla loro superiore accessibilità e varietà, i veicoli elettrici di produzione cinese si sono rivelati perfetti per l’adozione da parte di un mercato di massa nei mercati emergenti.

Con l’aumento dei volumi di vendita, i vantaggi di scala probabilmente amplieranno ulteriormente il vantaggio in termini di costi.

Nel frattempo, grazie alla maturità della catena di fornitura dei veicoli elettrici e agli sforzi di premiumisation nel mercato interno, anche il design degli interni e l’affidabilità dei veicoli elettrici made-in-China sono saliti ai vertici, rendendo i mercati sviluppati la prossima frontiera per l’esportazione dei veicoli elettrici cinesi.

Segno che invece che lamentarsi e ostacolare il progresso tecnologico è necessario lavorare per far progredire la nostra industria dell’auto e il suo indotto. Non serve assumere atteggiamenti nostalgici e negare l’effetto antropico sull’attuale crisi climatica.

Perché invece che stigmatizzare la Cina non impariamo dal loro esempio?

Crediti immagine: Depositphotos

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