L’Unione Europea investe oltre 7,5 miliardi di euro nella blue economy, in particolare nei settori marino e marittimo per favorire la crescita e l’innovazione.
Obiettivi del nuovo investimento saranno i settori marino e marittimo a cui saranno destinati oltre 7,5 milioni di euro per stimolare la crescita e l’innovazione e creare nuove opportunità professionali. Non è infatti la prima volta che le istituzioni europee scendono in campo a favore delle risorse naturali, anche se nei precedenti interventi erano state privilegiate maggiormente le risorse rinnovabili.
Del resto la crescita del +17% degli investimenti nelle energie rinnovabili del 2014 ha notevolmente favorito lo sviluppo della green economy e quindi l’impiego delle energie rinnovabili che già nel 2013 erano in grado di soddisfare il 16% del fabbisogno energetico nazionale.
Un segnale di apertura è anche giunto dai privati, sempre più propensi ad adottare soluzioni energetiche alternative, anche se prevedono nella maggior parte dei casi dei prezzi ancora troppo elevati. In questi casi solo la ricerca e il confronto di prestiti vantaggiosi può essere un ottimo modo per ottimizzare l’investimento.
Blue economy: quali saranno le sfide future?
Gli investimenti dell’Unione Europea nella blue economy saranno superiori ai 7,5 milioni di euro e verranno investiti in attività di ricerca e sviluppo con effetti immediati sul livello di crescita occupazionale. Le risorse messe a disposizione dalle istituzioni europee saranno distribuite attraverso bandi di gara diversi come previsto dallo European Maritime and Fisheries Fund. Tutti i bandi di gara saranno quindi focalizzati sullo sviluppo delle abilità, della creatività e dell’innovazione tecnologia.
L’innovazione tecnologica, in modo particolare, rappresenta una delle priorità, ritenuta il vero punto di partenza per lo sviluppo della blue economy. Secondo gli esperti, l’attività di ricerca e l’attuazione di soluzioni nuove e tecnologicamente valide potrebbero rappresentare la motrice per lo sviluppo di settori come l’acquacoltura e le biotecnologie, senza poi dimenticare tutte le opportunità legate alla produzione dell’energia marina.
La Commissione Europea ritiene che la crescita delle Blue Economy potrebbe essere davvero determinante per la crescita di tutti i Paesi dell’Unione, ancora rallentata da alcune problematiche irrisolte. Infatti la mancanza di professionisti altamente qualificati, di investimenti nel know-how ancora troppo limitati e l’adozione di soluzioni tecnologicamente poco avanzate, hanno inciso sui ritmi di sviluppo e quindi rallentato notevolmente i risultati della ricerca.
Come saranno distribuite le risorse?
L’investimento del Fondo europeo comprenderà bandi distinti, tutti finalizzati alla raccolta di nuove idee e suggerimenti. Il primo, Opportunità di lavoro blu d’Europa, a cui saranno destinati 3,45 milioni di euro, mirerà allo sviluppo di competenze professionali utili e necessarie per coloro che lavorano nel settore dell’economia marina e marittima.
Il secondo bando, Blue Labs, con 1,7 milioni di euro, promuoverà la crescita e lo sviluppo di laboratori a cui potranno prendere parte studenti e neolaureati nei loro percorsi formativi post-laurea.
Questi laboratori saranno tenuti esperti, provenienti da imprese private oppure dal settore pubblico. Tra i progetti in cantiere rientrano lo sviluppo di nuove tecniche per la rimozione dei detriti marini e la progettazione di sistemi per scoprire e proteggere il patrimonio culturale subacqueo.
Secondo Karmenu Vella, il commissario per l’Ambiente, l’arrivo di nuove proposte e intervento della Commissione europea svolgeranno un ruolo decisivo in questo processo di crescita della blue economy.