Mantova, Teatro Sociale: è qui che da mercoledì 28 novembre 2018 botanici, arboricoltori, ecologi, urbanisti, ma anche registi, economisti e architetti, sono accorsi da tutto il mondo per parlare di foreste urbane.
In teatro andava in scena il primo World Forum on Urban Forest, una vera e propria opera per divulgare gli ultimi risultati della ricerca in un campo che oggi è considerato sempre più decisivo per la salvezza del nostro globo.
Le foreste urbane, definizione che va a riunire tutto il verde urbano che c’è in una città al concetto di ecosistema forestale, sono studiate sempre più come strumento essenziale per garantire alle città resilienza ai cambiamenti climatici e vivibilità.
La popolazione mondiale si concentra sempre più un zone urbane densamente abitate, le quali sono particolarmente sensibili a problemi di ordine ambientale e sanitario: alluvioni, ondate di calore, problemi di salute legati alle temperature o a patogeni.
Il programma del World Forum on Urban Forest
Per spiegare tutti i risvolti che la forestazione urbana può avere ci vogliono tre giorni di conferenze e incontri: basti sapere che istituzioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno posto il tema come centrale per lo sviluppo sostenibile in tutto il mondo.
E il messaggio è condiviso ovunque: ricercatori, professori e studiosi da ogni continente hanno portato il loro contributo per diffondere scoperte, buone pratiche e metodi al fine di rendere le città più resilienti e quindi pronte a resistere ai cambiamenti climatici.
Sembrerà incredibile il lavoro fatto per calcolare la quantità di CO2 assorbita dalle varie specie, gli effetti degli alberi sul suolo o le variazioni nella biodiversità, ma i risultati ci sono e sono strabilianti: il professor Terry Hartig, psicologo ambientale dell’Università di Uppsala in Svezia, spiega “probabilmente stimeremo sempre per difetto i benefici legati alla flora: ce ne sono così tanti che ancora non li conosciamo tutti“.
Anni di studi e milioni di dati raccolti hanno portato alla creazione di una serie di strumenti sempre più usati nella ricerca scientifica: David Nowak, dello United States Department of Agriculture, uno dei maggiori studiosi di servizi ecosistemici a livello mondiale, è considerato il padre di I-Tree.
Si tratta di un pacchetto di software gratuiti che permette di analizzare gli effetti benefici di foreste e singoli alberi in tutto il mondo, permettendo a chiunque di fare ricerca e pianificare sul proprio territorio ottenendo dati importantissimi.
“È stata rilasciata poche settimane fa” spiega Nowak “una nuova versione utilizzabile anche in Europa, grazie ai dati raccolti negli ultimi anni dai molti ricercatori europei. Con i tools di I-Tree si possono calcolare gli inquinanti assorbiti dagli alberi, il valore monetario dei servizi forniti da una singola pianta, la copertura vegetale in un’intera città, studiare quale albero è più indicato per fornire un determinato servizio in un’area precisa“.
Alcuni strumenti permettono anche di incrociare i dati con quelli demografici, andando a studiare le relazioni preziosissime tra società e ambiente urbano. L’ottimismo in sala e gli applausi raccolti durante il In teatro andava in scena il primo World Forum on Urban Forest mostrano che siamo sulla buona strada. Una strada alberata.