L’Extended Producer Responsibility (Epr) sta spingendo le plastivore, aziende a forte uso di plastica, a organizzarsi al meglio.
Una di queste mossa ha portato alla nascita dell’Alliance to End Plastic Waste (Aepw), alleanza composta da aziende operanti in tutto il mondo, attive nella value chain dei beni di consumo e della plastica, volta a proporre soluzioni innovative per contrastare la dispersione dei rifiuti di plastica nell’ambiente, in particolare negli oceani.
Tra i firmatari realtà come Basf, Chevron Phillips Chemical Company Llc, Clariant, Suez, ShellTotal, Veolia, giusto per citarne alcune delle trenta firmatarie. Ma troviamo anche l’italianissima Versalis (Eni).
In tutto si parla di un investimento iniziale di un miliardo di dollari statunitensi e che si sono poste l’obiettivo di destinare, nell’arco dei prossimi cinque anni, 1,5 miliardi di dollari alla lotta ai rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente.
L’Aepw è un’organizzazione senza scopo di lucro che intende sviluppare, impiegare e realizzare iniziative mirate per ridurre al minimo e gestire i rifiuti di plastica, promuovendo soluzioni per la plastica usata come il riutilizzo, il recupero e il riciclo per scongiurarne la dispersione nell’ambiente.
Il metodo sarà collaborare con gli altri soggetti coinvolti e applicare le risorse e le esperienze tecniche e ingegneristiche dei soci dell’alleanza per promuovere una strategia integrata in quattro parti: sviluppo delle infrastrutture, innovazione, formazione.
La dispersione dei rifiuti di plastica nell’ambiente, soprattutto negli oceani, rappresenta una sfida globale che deve essere affrontata con la massima rapidità e con una leadership forte.
Le ricerche condotte da Ocean Conservancy evidenziano come quasi l’80% dei rifiuti di plastica nell’oceano derivi da immondizia prodotta sulla terraferma e giunta al mare, nella stragrande maggioranza dei casi, via fiume.
Secondo le stime contenute in uno studio, oltre il 90% della plastica arrivata all’oceano via fiume proviene dai 10 corsi d’acqua principali al mondo (di cui otto in Asia e due in Africa). Il 60% dei rifiuti di plastica nell’oceano può essere imputato a cinque Paesi del Sud-est asiatico.
Cos’è la Extended Producer Responsibility
La Extended Producer Responsibility (Epr) – come scrivono Francesco de Leonardis e Simone Micono nel testo L’economia circolare alla prova dei fatti. La responsabilità estesa del produttore (Epr): i consorzi di gestione degli imballaggi – è quel principio, strumento di policy, in base al quale il produttore di un dato manufatto non può disinteressarsi, ma al contrario deve occuparsi, anche del fine vita di tale prodotto.
L’obiettivo della Extended Producer Responsibility è quindi quello di fare in modo che i produttori internalizzino i costi ambientali generati a fine vita dai propri manufatti (per la raccolta, la selezione, lo smaltimento in discarica, la termovalorizzazione o l’avvio a riciclo), incentivandoli così a optare per prodotti più virtuosi che a fine vita generino minori costi (in quanto, per esempio, riutilizzabili in tutto o in parte, ovvero riciclabili).
Il principio cardine dell’economia circolare.