L’apocalisse climatica, più volte preannunciata negli scorsi anni, nel 2022 ha dato un primo assaggio: nei dati del report di Copernicus le statistiche degli eventi climatici catastrofici.
Si è appena concluso il 2022 con i botti di capodanno, ma il botto lo hanno fatto anche gli eventi estremi nel 2022: siccità e inondazioni, temperature da record e concentrazioni di gas serra ai massimi livelli.
Il cambiamento climatico è reale e ha già un impatto sostanziale sulla vita degli esseri viventi e noi di GreenPlanner ne abbiamo più volte parlato.
Le osservazioni scientifiche confermano che il cambiamento degli ultimi 100 anni ha caratteristiche uniche e va oltre la variabilità naturale del sistema terrestre.
Eventi estremi come ondate di calore, periodi di siccità o alluvioni sono sempre più intensi e frequenti e l’Europa è una delle aree più sensibili al cambiamento climatico.
Cambiamenti nei regimi delle piogge rendono certe regioni molto più secche e aride e, quindi, soggette a siccità e carestie, mentre altre regioni si trovano a dover affrontare piogge sempre più intense e, quindi, alluvioni, frane e distruzione.
Affrontare il cambiamento climatico è oramai diventata una missione da compiere e anche velocemente. Gli anni dal 2015 a oggi, invece di essere caratterizzati da una riduzione delle emissioni, hanno visto le emissioni crescere ancora più velocemente che negli anni precedenti.
Gli esseri umani sono una delle cause principali dei cambiamenti climatici: i processi di combustione, utilizzati per produrre energia e riscaldamento, per il trasporto e per gli allevamenti intensivi di bestiame, sono i maggiori produttori di gas serra, come anidride carbonica e metano.
Ma la scienza ci aiuta a comprendere come e perché il clima stia cambiando.
I dati scientifici ci allertano
“Il 2022 è stato un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi in Europa e nel mondo. Questi eventi evidenziano che stiamo già sperimentando le conseguenze devastanti del surriscaldamento del nostro pianeta.
L’ultimo Climate Highlights 2022 dimostra chiaramente che per evitare conseguenze peggiori la società dovrà ridurre urgentemente le emissioni di carbonio e adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici” ci racconta Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, durante la presentazione del report sul Global Climate Highlights 2022, pubblicato dal servizio europeo per il Cambiamento Climatico Copernicus.
I dati del report mostrano che sia a livello globale sia in Europa anche il 2022 è stato caratterizzato da eventi climatici estremi, con un elevato numero di temperature record e un aumento persistente delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera.
In particolare, nel 2022, che è stato il quinto anno più caldo a livello globale, sono stati raggiunti i livelli più alti da oltre 2 milioni di anni per l’anidride carbonica e da oltre 800.000 anni per il metano.
Secondo il report, l’estate 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa e ogni mese estivo boreale è stato almeno il terzo più caldo a livello globale.
La temperatura media nel mondo nel 2022 è stata di 1,2°C superiore rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900).
L’attenzione quindi è alta sul tema, anche in base e nel rispetto dell’Accordo di Parigi sul clima che prevede di mantenere la temperatura sotto 2°C dalla media 1850-1900 e la Cop26 di Glasgow ha abbassato questa soglia a 1,5°C.
La concentrazione media dell’anidride carbonica nell’atmosfera nel 2022 è stata di 417 ppm (parti per milione), 2,1 ppm in più rispetto all’anno precedente.
La concentrazione media del metano è arrivata a 1894 ppb (parti per miliardo), superiori di 12 ppb rispetto al 2021.
“I gas serra, tra cui l’anidride carbonica e il metano, sono i principali responsabili del cambiamento climatico – spiega Vincent-Henri Peuch, direttore del servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus – dalle nostre attività di monitoraggio possiamo constatare che le concentrazioni atmosferiche continuano ad aumentare, senza segni di rallentamento”.
Un forte trend negativo quindi, che ci sta spingendo verso il baratro, una vera e propria apocalisse climatica. Il 2022 è stato il più caldo in assoluto anche per diversi singoli Paesi, tra i quali l’Italia, la Francia, la Spagna, il Regno Unito e la Slovenia.
Non c’è da stupirsi, quindi che la colonnina di mercurio sia letteralmente impazzita.
Dovremo direi addio ai ghiacciai
I ghiacciai della regione alpina hanno perso un sesto del loro volume totale nel corso di quattordici anni: questa la drammatica valutazione pubblicata dai ricercatori dell’Università di Erlangen-Norimberga a giugno 2020 sulla rivista specialistica Nature Communications.
Temperature anomale, con lo 0 termico che anno dopo anno, in montagna, sale a quote sempre maggiori. Dall’inizio del millennio, i ghiacciai hanno perso circa il 17% del proprio volume.
Ciò dimostra ancora una volta che non possiamo perdere altro tempo nella lotta contro il riscaldamento globale. Il ghiaccio marino antartico è troppo basso secondo il più recente studio racchiuso nel report sul Global Climate Highlights 2022.
Nell’estate 2022, infatti è stato il 7% inferiore alla media e molto al di sotto dei dati registrati negli ultimi 40 anni di monotoraggio.
L’Oceano meridionale, si legge nel report, “è stato interessato da estese aree di concentrazione del ghiaccio marino inferiore alla media, dai mari di Amundsen a Bellingshausen, fino all’area settentrionale del mare di Wedderll, così come in gran parte dell’Oceano Indiano.
Anche l’estensione del ghiaccio marino artico è stata del 4% inferiore alla media, posizionandosi al 12esimo posto per il mese di luglio nei dati satellitari, ben inferiore rispetto ai valori minimi di luglio registrati tra il 2019 e il 2021“.
Maggiore consapevolezza grazie alla scienza, quindi, ma è giunto il tempo, preziosissimo per frenare il peggio della crisi climatica ed ecologica, ma anche mettere in sicurezza gli esseri viventi di fronte a cambiamenti che vivremo nel prossimo futuro.
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