Monitorare il pianeta Terra significa proteggerlo e salvaguardarlo dai cambiamenti climatici, evitare ulteriori disastri e tracolli e anzi prevenirli. Con i satelliti è possibile fare questa operazione: ecco quali sono le ultime ricerche del settore.
I satelliti sono utili strumenti a disposizione di scienziati e ricercatori per stabilire in quali condizioni versa il pianeta Terra. Uno sguardo dall’alto può mettere subito in luce problemi e criticità di atmosfera e clima.
Il punto di vista dei macchinari che si trovano nello spazio consente quindi di poter elaborare dati, calcolare possibili risposte agli input selezionati e agevolare un intervento laddove necessario.
Negli anni le tecnologie sono aumentate e migliorate, fornendo maggiori strumenti di conoscenza ai team di ricerca e agli specialisti del settore per compiere i loro calcoli e le loro valutazioni.
Entrando nel merito della faccenda, si svolgono tutt’ora importanti ricerche sul campo con i satelliti per consentire un approccio immediato per gli obiettivi da portare a termine. Nonché garantire in maniera più efficace una salvaguardia del Pianeta.
Satelliti: il consorzio Actris-Eric e altri progetti
Lo scorso 25 aprile si è per esempio costituito il consorzio per l’Infrastruttura di ricerca europea Actris, ossia l’Actris-Eric, per fornire dati e servizi a sostegno della ricerca atmosferica e climatica.
I Paesi fondatori del progetto sono 17 e tutti hanno messo in comune le proprie risorse per aprire l’accesso a un’ampia gamma di tecnologie, servizi e risorse nel campo delle scienze atmosferiche.
Il lavoro di monitoraggio è andato avanti per un decennio con 80 piattaforme di osservazione in Europa e altrove, fornendo preziose informazioni ed evidenziando complessi meccanismi di feedback che agiscono sul sistema climatico.
L’Italia si rivela importantissima nel progetto, con vari istituti nazionali sparsi per il territorio e atenei di tutto il Paese. L’Infn partecipa ad Actris in particolare con due strutture di ricerca: il Laboratorio di tecniche nucleari per l’ambiente e i beni culturali della sezione di Firenze e il Chamber for aerosolo modelling and bio-aerosolo research della sezione di Genova.
Un’altra realtà che si è messa in gioco è la Vanzetti Engineering, che dal novembre 2022 ha avviato una collaborazione con il Politecnico di Torino per l’attivazione di un dottorato di ricerca finalizzato allo studio di pompe azionate da un motore elettrico.
L’applicazione di tali macchine possono essere molteplici. Tra le più avanzate c’è l’utilizzo di un lanciatore spaziale: qui le pompe hanno il compito di pressurizzare i propellenti portandoli dalla pressione di serbatorio a quella della camera di combustione, dove liberano l’energia necessaria a generare la spinta che permette al razzo di decollare.
Le pompe sono azionate da turbine dedicate, ma i recenti sviluppi hanno dimostrato che in determinati casi possono essere sostituite da motori elettrici alimentati a battteria. L’obiettivo è quello di portare in orbita nanosatelliti, indirizzando l’iniziativa alla cosiddetta “New space economy“.
Presto l’immagine di un satellite di ultima generazione
Oltre a queste nuove ricerche, l’Eumetsat e l’Agenzia spaziale europea hanno annunciato per domani, giovedì 4 maggio, la pubblicazione della prima immagine ufficiale del satellite meteorologico Eumetsat-Meteosat di ultima generazione.
Il satellite si chiama Mtg-l1 ed è stato lanciato il 13 dicembre del 2022. Da allora sta procedendo ad approfondite verifiche, calibrazioni e validazioni dei dati raccolti. Una fase che proseguirà fino alla fine dell’anno.
Con la prima immagine che sarà divulgata si potrà comprendere la prima verifica di tutti i processi che le nuove tecnologie svolgono per comprendere e misurare le proprietà dell’atmosfera terrestre e del clima.
Un altro passo fondamentale per la salvaguardia del Pianeta e la tutela dell’ambiente, grazie a questo e altri satelliti di ultima generazione.