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Siccità: distopia o realtà? Il cinema ne prende atto

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Al Festival dello sviluppo sostenibile di Parma è stato proiettato Siccità, film di Paolo Virzi. Presenti Tessa Gelisio e Marco Gisotti in un dibattito moderato da Ilaria Amato

Siccità. Parlarne oggi, potrebbe sembrare, quasi un controsenso. Proprio in questi giorni, infatti, una grande tragedia alluvionale sta incombendo sulla nostra nazione, sulla Romagna, rovinando terre, case e mettendo a repentaglio la vita di alcune persone. E, quindi, perché parlare di siccità?

Proiettato pochi giorni fa nella sala del cinema Astra di Parma, in occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, Siccità è il nome del nuovo film del regista Paolo Virzi, l’immagine di una Roma sull’orlo di un’apocalisse.

La siccità e le alluvioni afferma Marco Gisotti, riprendendo alcune delle parole dello scrittore Paolo Giordano, nonché sceneggiatore di Siccità – non sono una contraddizione, ma due facce della stessa medaglia“.

L’evento, accessibile anche alla comunità ipoudente (novità probabilmente agli eventi Asvis), ha visto la partecipazione di Tessa Gelisio, conduttrice televisiva e scrittrice del blog Ecocentrica e dello scrittore Marco Gisotti, autore del libro Ecovisioni e direttore del premio Green Drop Award di Venezia, in un dibattito moderato dalla giornalista di GreenPlanner Ilaria Amato che precisa: “Il cinema, più di altri media, è capace di raccontare in modo efficace l’ambiente e le sue sfide, perché attraverso le immagini proiettate sul grande schermo mette in atto una narrazione di forte impatto che risveglia emozioni individuali e collettive”

Infatti, Paolo Virzi nel suo film ci racconta una Roma assetata e desolata, preda di una crisi idrica che dura ormai da tre anni. L’acqua nel Tevere è sparita, lasciando il posto a un’invasione di blatte, causa di una nuova epidemia diffusa fra gli abitanti: la tripanosomiasi, la malattia del sonno. Un’immagine potente quella del Tevere prosciugato, una visione che scuote e colpisce le coscienze.

Ed è proprio questo il compito del cinema – afferma Gisotti – Il cinema produce immaginari cogliendoli dalle coscienze delle persone, da noi che siamo in sala, ce li racconta sullo schermo e trae da noi, dall’ambiente nel quale viviamo, le idee e le sensazioni, restituendocele come in uno specchio. Così facendo, noi le viviamo, le impariamo e le raccontiamo allo stesso tempo“.

All’interno del suo libro Ecovisioni, Gisotti analizza, in modo dettagliato, come il cinema sia riuscito a documentare le trasformazioni ambientali dal secolo scorso a oggi.

Ripercorrendo 125 anni di storia in 150 opere cinematografiche, che spaziano da Metropolis a King Kong, da Wall-E a La Principessa Mononoke, da Into the Wild al più recente Siccità, lo scrittore racconta la potenza dello schermo di fronte ai disastri naturali.

Le immagini provocano emozioni, siano esse belle, potenti o drammatiche, esse ci incoraggiano ad agire. Sono i film, spiega Tessa Gelisio, ad averla spinta a interessarsi delle tematiche ambientali e sostenibili.

Da Mato Grosso, una pellicola ambientata in Amazzonia, al Gorilla nella nebbia, focalizzato sulla conservazione della specie. Non parlano direttamente del problema, ma, tramite diverse rappresentazioni, sono motivo di emozioni contrastanti le quali divengono, spesso, motivo di azione.

Il cinema, interviene Gisotti, “imita la natura. il cinema svolge storie nell’ambiente. La parola ecologia significa proprio questo: è lo studio della casa ed è lo studio degli esseri viventi in relazione con il loro ambiente.

E il cinema ci fa vedere storie e personaggi che interagiscono con il loro ambiente: è proprio una rappresentazione della parola ecologia. Sono vicini anche come data di nascita. La parola ecologia nasce nel 1866, il cinema nel 1895“.

Le immagini, oltre che nelle sale cinematografiche, vengono fruite dalle persone anche sui piccoli schermi, la televisione, i social, gli smartphone.

Tuttavia, come ci spiega Tessa Gelisio, “comunicare la sostenibilità tramite schermi più piccoli non è facile. Gli stili di vita che sono da incentivare al fine di mitigare il riscaldamento climatico sono temi complessi ed estremamente trasversali e ogni volta che si comunica in televisione o sui social bisogna ridurre e semplificare gli argomenti trattati.

Per sensibilizzare è necessario emozionare: ed ecco allora che film come quello di Paolo Virzi ci vengono in aiuto, ci danno una vera e propria botta allo stomaco“.

Oggi, il mondo si sta evolvendo, le persone sono più interessate alle tematiche ambientali: ed è da qui che deve derivare il cambiamento. Siccità è un film che diventa tristemente attuale, non allontanandosi troppo da quella è stata l’estate del 2022.

Paolo Virzi ci mostra una città spaccata, divisa in due, tra chi – molto benestante – sembra non accorgersi della tragedia che sta incombendo su Roma e chi, invece, tenta in tutti i modi di sopravvivere.

Potrà la pioggia salvare la Città Eterna oppure sarà la causa di una tragica alluvione?

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